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E-COMMERCE

Vuoi aprire partita iva per vendere on line e non hai idea di quali e quante tasse dovrai pagare? Vuoi aprire un Ecommerce in regime forfettario? In questo articolo troverai una simulazione delle tasse previste per l’ecommerce!

Vendere online e l’obbligo di partita iva

Iniziare a vendere on-line rappresenta a tutti gli effetti un’ attività commerciale. In Italia, infatti, l’attività di ecommerce è disciplinata dal Decreto Bersani (art. 21 del D.Lgs. 114/98), che equipara la vendita online alle altre forme di “vendita a distanza”.  Se a tale definizione si considera che nel commercio tradizionale ed elettronico non è possibile utilizzare la cosiddetta prestazione occasionale, allora si può affermare con chiarezza che:
- c’è l’obbligo di aprire Partita IVA se decidi di aprire un ecommerce (tramite un proprio sito o tramite un negozio virtuale situato in una market place come Amazon FBA); in tal caso non si può più parlare di vendita occasionale ma di vendita online di beni o servizi su un portale web in modo continuativo nel tempo. La legge equipara tale attività ad un negozio fisico, con necessario obbligo di apertura della partita iva, a prescindere dal tuo reddito.
- non c’è l’obbligo di aprire Partita IVA se ti capita, in via eccezionale, di vendere degli oggetti usati sui portali come Ebay o Subito.it. In questi casi la tua presenza sui portali di vendita non è continuativa, ma esclusivamente dedicata alla vendita di pochi oggetti durante l’anno. Regolerai la vendita con una ricevuta non fiscale indicando l’importo ricevuto, il prodotto venduto e i tuoi dati e applicando la marca da bollo da 2 euro per le ricevute superiori a 77,47 euro.

Come aprire la partita iva per ecommerce

Per aprire la Partita Iva e metterti in proprio, sono necessarie tre scelte fondamentali:
• Codice ateco: Come primo step occorre definire il tipo di attività che andrai a svolgere cosi da identificare il codice ATECO del settore di appartenenza. Nel tuo caso, dovrai utilizzare:
Codice ATECO: 47.91.10 “Commercio al dettaglio di qualsiasi tipo di prodotto effettuato via internet”
• Scelta della forma giuridica: Puoi scegliere tra operare individualmente e aprire la partita IVA come lavoratore autonomo, oppure svolgere l’attività con altre persone e aprire la partita iva in forma societaria. Le alternative hanno entrambe dei vantaggi e degli svantaggi, la giusta scelta dipende dalle risorse umane coinvolte e dall’ammontare del capitale che andrai ad investire nel tuo progetto.
• Scelta del regime fiscale e contabile: La scelta della giusta forma giuridica e del regime fiscale è un momento molto importante. Attualmente in Italia è possibile scegliere principalmente tra due regimi fiscali: forfettario o ordinario. Il regime forfettario è esclusivo per le ditte individuali e per i professionisti, quindi se hai optato per una società sei obbligato a scegliere il regime ordinario.
La soluzione più vantaggiosa, per chi non ha un volume d’affari molto elevato (inferiore a 65.000 euro annui), è il regime forfettario che prevede diverse agevolazioni fiscali:
• Tassazione al 5% (per i primi 5 anni, poi si passa al 15%) sul reddito imponibile (pari al 40% del fatturato);
• Esenzione IVA (potrai, dunque, vendere i tuoi prodotti ad un prezzo non maggiorato);
• Esonero da esterometro, studi di settore, ecc.;
• Esonero da fatturazione elettronica.
Permangono, tuttavia, le stesse regole sull’uso del registro dei corrispettivi e sul commercio in ambito internazionale (ad esempio, obbligo di inviare il modello Intrastat per le vendite verso clienti nei Paesi UE). Per accedere al regime forfettario, oltre a non superare la soglia massima di reddito fissata a 65.000 euro annui, occorre tener conto delle cause di esclusione introdotte di recente, in particolare, la norma riguardante i possessori di quote societarie/associative (anche di tipo familiare) e i soggetti a capo di S.r.l. che svolgono attività affini o analoghe alla vendita online.

Pratica Comunica e SCIA

Una volta terminate le precedenti fasi, sarà necessario passare alla parte formale dell’apertura della partita iva adempiendo ai seguenti adempimenti:
• Presentazione al SUAP del Comune di residenza, o della sede legale della società, della SCIA
• Iscrizione alla Gestione Separata INPS, sezione dei commercianti
• Iscrizione al Registro delle Imprese
Tutti questi adempimenti possono essere eseguiti contemporaneamente attraverso la pratica ComUnica avvalendosi di un intermediario abilitato. Si ricorda che la presentazione della SCIA deve essere fatta anche nel caso in cui la partita iva già esistente intenda iniziare l’attività di vendita on-line affiancando al negozio fisico un e-commerce. Con la SCIA si comunicherà alla Camera di Commercio lo svolgimento dell’ulteriore attività di vendita al dettaglio per corrispondenza.

Contributi previdenziali per ecommerce

Chi possiede un ecommerce deve versare anche i contributi previdenziali, previsti sia in forma fissa che a percentuale:
• contributi fissi: circa 3.600 euro, da versare il 4 rate annuali a prescindere dal fatturato
• contributi a percentuale: con aliquota al 24% sul reddito imponibile che eccede la soglia minima di reddito (15.000 euro)
I contribuenti forfettari possono richiedere una riduzione del 35% sui contributi (fissi e a percentuale). I contributi previdenziali sono l’unica voce deducibile nella dichiarazione dei redditi nel regime forfettario (salvo la quota del 60% per le spese, indicata dal coefficiente di redditività).